Istruzione Industriale a Roma prima del 1918
La scuola dell'epoca non preparava i giovani per l'impiego nelle industrie perchè le industrie non esistevano o non erano molto sviluppate.
In effetti fino al 1918, anche se cominciava ad esserci richiesta di tecnici anche a livello medio superiore, non esisteva a Roma neppure un Istituto Industriale nè professionale nè tecnico.
Nel 1917 a seguito della ritirata di Caporetto, per disposizione del Comitato Regionale Veneto di mobilitazione Industriale, venne deciso il trasferimento temporaneo nella capitale dell'Istituto Industriale "A. Rossi" di Vicenza.
A Roma l'Istituto "Rossi" riprese le lezioni regolari per i suoi studenti, profughi anch'essi, e per alcuni giovani romani, nei locali della Fondazione "Besso" in Via di S. Basilio, sistemando le officine per le lavorazioni in baracche fornite dalle Forze Armate nel prato che a quel tempo era situato davanti al "Mercato delle Erbe" su Via Bixio, là dove ora sorgono la scuola elementare "Di Donato" ed edifici adibiti ad abitazione privata.
Fu così che Roma conobbe per la prima volta una forma organizzata di Istruzione Industriale.
La Nascita
Cento giovani romani cominciarono a frequentare le lezioni dell'Istituto Industriale "Rossi" ma il loro futuro era incerto. Era prevedibile infatti che l'Istituto sarebbe ritornato a Vicenza nella propria sede non appena cessate le condizioni che ne avevano determinato il trasferimento.
Si rendeva quindi indispensabile la creazione di un Istituto Industriale a Roma.
Nel marzo 1918 il Comune di Roma deliberava di spostare a S. Paolo, nella sede dei Mercati Generali, il "Mercato delle Erbe"e di cedere all'Istituto da creare l'area di 16170 mq da esso precedentemente occupata, compresa tra Viale Manzoni, Via Conte Verde, Via Nino Bixio e Via Emanuele Filiberto.
Dopo l'iniziativa del Comune, anche la Provincia e la Camera di Commercio di Roma deliberarono i rispettivi contributi. Fu così che nel 1918 venne emanato il Decreto che istituiva a Roma L'Istituto Nazionale di Istruzione Professionale suddiviso nelle seguenti sezioni:
- per industrie artistiche
- per industrie edili
- per industrie elettromeccaniche
Tali sezioni erano organizzate come scuole professionali di terzo grado (medie superiori) per la preparazione della maestranza per funzioni direttive e le mansioni più difficili e delicate dell'industria.
l Mercato delle Erbe
Prima del 1870 l'area del "Mercato delle Erbe" faceva parte della sontuosa Villa secentesca dei Principi Altieri, la nobile famiglia romana che aveva dato alla Chiesa parecchi cardinali oltre al papa Clemente X.
La villa con il suo parco si estendeva tra la zona della odierna Piazza Vittorio Emanuele e la Villa Wolkonsky, fino a S. Croce in Gerusalemme.
Intorno al 1880 essa fu barbaramente sacrificata, come altre belle e celebri ville romane, al Piano Regolatore della Capitale per la costruzione del Viale Manzoni che doveva essere una delle vie di scorrimento della città ma che poi risultò cieco in quanto tagliato da un lato dalla Ferrovia. Ora il palazzo principesco è sede della scuola "Pietro della Valle" nel cui cortile resta solo qualche albero del magnifico parco.
I capannoni del Mercato delle Erbe |
I primi Consigli di Amministrazione
Il primo Consiglio di Amministrazione fu costituito sotto la Presidenza di Guglielmo Marconi.
Compito del Consiglio era di studiare i problemi e le necessità dell'Istituto e di individuare le soluzioni e i metodi per affrontarle. Preparava inoltre i piani di lavoro e di spesa e di eventuali assunzioni di personale. Tale piano veniva vagliato da un apposito Consiglio Superiore costituito da esperti e portato alla approvazione del Ministero.
Le proposte redatte dal primo e anche dal secondo Consiglio di Ammnistrazione non soddisfecero il Consiglio Superiore dell'insegnamento industriale.
Ma nel luglio 1919 l'Istituto Rossi tornava nella sua sede di Vicenza e i suoi alunni di Roma che avevano frequentato per uno o due anni, si vedevano abbandonati a se stessi.
Allora nel settembre il Ministero chiamò l'ing. Andreoni che aveva già organizzato l'Istituto Industriale di Reggio Calabria
Gli obiettivi da raggiungere erano due:
- far funzionare immediatamente l'Istituto
- fare un piano per la costruzione dell'edificio sull'area del Mercato delle erbe
Gli inizi
Vennero utilizzate le aule di Via S. Basilio e i capannoni di via Bixio assorbendo quel poco di organizzazione che l'Istituto di Vicenza lasciava a Roma. Si reclutarono come corpo insegnante giovanissimi ingegneri e come personale tecnico, abili specialisti forniti o meno del titolo di studio, indispensabili per la loro abilità ad utilizzare e mettere in funzione i materiali residuati di guerra che mano mano venivano donati all'Istituto o acquistati con i fondi disponibili.
Tra i primi docenti, figura di spicco è quella dell'ing. Tomasetti che divenne poi preside dell'Istituto dal 1928 al 1962.
Nel 1919 il Ministero istituiva alle dipendenze dell'Istituto:
- La Scuola di Arte Muraria
- La Scuola per la lavorazione del legno
Questi corsi furono largamente utilizzati nel 1922 nei lavori di Costruzione e di arredamento dell'edificio
Le sezioni per industrie elettromeccaniche avevano un piano di studi quadriennale con orario scolastico di 8 ore ed erano obbligatorie le esercitazioni di officina, di laboratorio e di cantiere.
Nel 1923 vennero istituiti per l'istruzione premilitare corsi per montatori e motoristi di aviazione e corsi di specializzazione per telegrafisti
Con il R. D. 31 ottobre 1923 fu riordinato l'insegnamento industriale trasformando in cinque anni la durata dei corsi. I meccanici elettricisti costituivano ancora una unica specializzazione che si scinderà poi con una legge nel 1931
Nonostante le difficoltà iniziali, nel 1922-23 l'Istituto contava 663 iscritti frequentanti.
I capannoni del mercato delle erbe lungo via Bixio |
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I capannoni delle officine e dei laboratoridell'istituto nell'ottobre 1921. |
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Il capannone degli elettricisti nell'ottobre 1921 |
La costruzione
Per la costruzione dell'edificio nel 1920 fu bandito dal Consiglio di Amministrazione un pubblico concorso che fu vinto dal progetto presentato dall'arch. Marcello Piacentini. Il preventivo era di 10.000.000 di lire, cui si doveva fare fronte con le somme disponibili presso il Banco di Napoli e con un mutuo da contrarre con la Cassa Depositi e Prestiti.
Si iniziarono a costruire i capannoni delle officine e dei laboratori, indispensabili per una scuola tecnico-professionale. Nell'ottobre del 1922 erano già pronti ma, visti dall'esterno, con le loro tettoie tanto inclinate, erano antiestetici. Per nasconderli si ricorse al ripiego di sopraelevare le murature ai lati di Viale manzoni e di Via Bixio, anche per costruire una parte delle aule che erano non meno urgenti.
Per esigenze di spazio dovute alla crescita dell'Istituto che annoverava ben 1251 alunni nel 1924-25, ma anche per economia di spese fu modificato il progetto della facciata dell'Istituto su Via Conte Verde rendendolo meno monumentale ed aggiungendo un quarto piano.
Nel 1928 l'edificio non era ancora completato a causa delle difficoltà finanziarie.
A questo punto subentrò alla sua guida l'Ing. Tomassetti che incrementò la sezione edile, dotandola di un Laboratorio tecnologico per la prova dei materiali da costruzione e fece effettuare agli allievi le esercitazioni di cantiere mirate a completare le opere murarie dell'Istituto. Il reparto falegnameria fu impegnato ad approntare tutte le opere in legno necessarie alla ultimazione e all'arredamento dell'istituto.
La inaugurazione ebbe luogo nel 1933.
La facciata del Galilei all'epoca della costruzione |
La nascita delle specializzazioni
L'Ing. Tomassetti, esperto di impianti industriali, riuscì gradualmente a creare nell'Istituto una organizzazione tecnico-didattica capace di facilitare e rendere razionale l'impiego di tutte le attrezzature dell'Istituto da parte degli allievi e di creare intorno agli studenti un ambiente molto vicino, se non proprio simile a quello in cui si sarebbero trovati a svolgere la propria attività professionale.
Egli dà un assetto più razionale ai reparti di aggiustaggio, fonderia e laboratorio macchine. Impianta i laboratori di costruzioni elettromeccaniche, quello dei trattamenti termici e il laboratorio di metrologia e metallografia. Provvede ad arredare le aule di disegno per le varie sezioni. Mette allo studio un'ampia sistemazione del laboratorio di chimica e del reparto fucinatura.
La riorganizzazione dei reparti diventa una preoccupazione costante perchè essi rispondano, nelle diverse funzioni alle varie specializzazioni dell'Istituto: vengono acquistate nuove macchine e attrezzature.
A seguito dello svolgimento in Istituto di corsi serali premilitari indetti a partire dal 1927 dal Ministero della Guerra per la specializzazione in radiotelegrafia, fu istituita nel 1930
la sezione per radiotecnici che << soddisfacendo a tutte le esigenze tecniche ed economiche richieste dal peculiare carattere sperimentale della sezione stessa>>. Le attrezzature per le esercitazioni furono in buona parte fornite dal Ministero della Guerra. Sono le future Telecomunicazioni
Nel 1931 una legge operò la scissione della sezione meccanici elettricisti in due distinte sezioni: è in questa data che nascono le specializzazioni di meccanica ed elettrotecnica.
Nel 1933 L'istituto viene trasformato in R. Istituto Tecnico Industriale.
Negli A.S. 37-38, 38-39, 39-40 furono organizzati corsi di perfezionamento tecnico professionale per piloti di linee aeree con lo scopo di addestrare i piloti al volo strumentale. L'attività comprendeva anche esercitazioni pratiche di pilotaggio ( effettuate nel campo di aviazione di Latina) mentre nella sede dell'istituto si svolgeva la parte teorica la quale riguardava, tra l'altro anche l'aerodinamica apllicata, la teoria dei motori, la navigazione aerea, il diritto civile aeronautico con materiale didattico fornito dal Ministero dell'aeronautica.
Questo stretto contatto con l'ambiente aeronautico diede spunto alla istituzione nel 1940 di regolari Corsi di Istituto industriale per la specializzazione in Costruttori Aeronautici che fu sprressa dagli alleati nel 1944 e ripristinata nel 1946 per tenace insistenza della Direzione dell'Istituto.
Dopo la guerra Il Collegio dei Professori e il Direttore vollero dare all'Istituto il nome di G. Galilei, un nome impegnativo di cui l'Istituto si è sempre impegnato a esserne degno.
Macchine elettriche del 1935 |
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Macchine termiche del 1935 |
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Tecnologia meccanica del 1935 |
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Torneria del 1935 |