In occasione del XXVI anniversario delle stragi di Capaci e Via D'Amelio, una delegazione del Galilei ha partecipato al viaggio della Nave della legalità 2018 organizzato dal Miur e dalla Fondazione Falcone (22-24 maggio); riportiamo una sintesi dell'evento a cura della docente accompagnatrice.
Anche quest’anno la Nave della Legalità è attraccata a Palermo con a bordo studentesse e studenti provenienti da tutta Italia. Dal 2002 la fondazione Giovanni e Maria Falcone insieme al MIUR si rivolge alle scuole per realizzare iniziative di educazione alla legalità che si concludono a Palermo il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci avvenuta 26 anni fa. Sono sempre di più i docenti e gli studenti che rispondono all’appello.
Il percorso della legalità, che culmina con il viaggio a Palermo, è dedicato e pensato per le ragazze e i ragazzi, perché essi sono il nostro futuro e la nostra faccia più pulita, per citare le parole di Borsellino “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Lo scorso 23 maggio a Palermo erano presenti circa 70.000 studentesse e studenti, riuniti insieme per gridare il loro NO alla mafia e per celebrare la memoria delle vittime delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio. Quest’anno la giornata della legalità era dedicata agli “angeli” di Falcone e Borsellino, le donne e gli uomini della scorta morti nei vili attentati: Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Anche l’Itis Galileo Galilei ha risposto a #PalermochiamaItalia con la presenza di sette studenti provenienti da diverse classi: Marrucci Giacomo, Battisti Samuele e Maiuri Paolo della 3L, Medulli Riccardo e Valori Massimiliano della 1H, Tuveri Matteo e Mauri Alessandro della 4B.
In questo 2018 sulla nave della legalità erano presenti Nando Dalla Chiesa, Pietro Grasso, la ministra Fedeli, Tina Montinaro, moglie di Antonio, agente della scorta del giudice Giovanni Falcone, Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi, agente della scorta di Paolo Borsellino, il procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho e Leonardo Guarnotta, magistrato del pool antimafia che con Falcone, Borsellino e Di Lello ha istruito il Maxiprocesso di Palermo. Tutti loro hanno incontrato e parlato con le studentesse e gli studenti presenti sulla nave. Lo hanno fatto con onestà, senza retorica e mostrando il dolore e le cicatrici che la mafia ha inflitto in primis ai parenti di chi è morto nelle stragi. Esempio di testimonianza è quello di Tina Montinaro, rimasta vedova giovanissima, con 2 figli piccoli, che ha ricordato con coraggio suo marito. Tina avrebbe potuto lasciare Palermo, invece ha fondato l’associazione “Quarto Savona Quindici” (nome in codice dell'auto di scorta del giudice Giovanni Falcone) con la quale gira l’Italia per sensibilizzare ed educare le ragazze e i ragazzi alla legalità. E ancora Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi, che per la prima volta ha deciso di partecipare ad un evento pubblico per ricordare sua sorella Emanuela. Il suo dolore, dopo 26 anni, è tangibile, palese, si può toccare.
Una volta sbarcati le ragazze e i ragazzi della Nave della Legalità, insieme alle studentesse e agli studenti di Palermo che li hanno accolti, hanno percorso la strada a piedi, dal porto fino alla tristemente nota Aula Bunker. Questa fu costruita in tempo record, circa 6 mesi, per ospitare appositamente il Maxiprocesso contro l'organizzazione Cosa nostra. Si decise di costruirla in Via Enrico Albanese, all'interno del complesso del carcere Ucciardone, per permettere uno spostamento agevole dei detenuti. L'aula fu provvista di sofisticati sistemi di sicurezza, porte blindate e vetri antiproiettile per evitare attentati e fughe, mentre il soffitto fu costruito in modo che potesse resistere ad attacchi aerei. Proprio dall’Aula Bunker è partito il corteo che ha percorso le strade di Palermo fino a raggiungere l’Albero di Falcone. L'albero si trova di fronte alla casa del magistrato. Ad aprire il corteo lo striscione “Insieme per non dimenticare”, incorniciato da tanti palloncini tricolore. Insieme per non dimenticare che l’unico antidoto alla Mafia è lo Stato. Perché Giovanni e Paolo, come hanno urlato le ragazze e i ragazzi, ce lo hanno insegnato, la mafia si sconfigge con lo Stato.
A cura della prof.ssa Giovanna D'Agostino
Alcuni video della manifestazione
La nave della legalità approda a Palermo
La giornata della Legalità (Rai TG1)
Siti dedicati
Il sito della fondazione Falcone