Dal 3 al 6 Novembre quattro studenti dell’ Itis G. Galilei Andrea Cantarini, Emanuele Coletta, Ludovico Ivaldi e Lorenzo di Murro hanno avuto la possibilità e il privilegio di partecipare al Viaggio della Memoria organizzato dal Comune di Roma Capitale in collaborazione con la Comunità ebraica e la Fondazione Museo della Shoah. I ragazzi sono stati accompagnati dal sindaco di Roma Virginia Raggi e da due guide d’eccezione, i sopravvissuti di Auschwitz Andra Bucci e Sami Modiano, con i quali hanno potuto condividere ricordi, impressioni e anche lacrime di commozione, insieme ad altre decine di studenti provenienti da diverse scuole di Roma.
Nei quattro giorni a disposizione hanno dapprima visitato il Ghetto nazista di Cracovia, il quartiere ebraicoKazimierz e la Sinagoga Tempel, dove si è tenuto un incontro collegiale con le autorità presenti, nel corso del quale la sindaca ha ribadito l’importanza della perpetrazione della Memoria attraverso la consapevolezza e le voci dei ragazzi che si rendono così “testimoni dei testimoni”; dopo un momento commemorativo con concerto degli studenti del Conservatorio di Santa Cecilia il gruppo ha visitato la Piazza degli Eroi del Ghetto dove è presente il monumento costituito da 70 sedie, ispirato alla descrizione del libro di Tadeusz Pankiewicz Farmacia nel Ghetto di Cracovia.
Il secondo giorno le scolaresche hanno affrontato la pioggia battente che ha reso difficile, ma ancora più toccante la lunga visita ai campi di Birkenau e al museo e Memoriale di Auschwitz, avvalendosi di guide locali e dell’esperienza dello storico Marcello Pezzetti, ma soprattutto dell’impagabile testimonianza dei sopravvissuti che hanno guidato i ragazzi in tutto il loro percorso.
I testimoni hanno raccontato la loro tragica esperienza nei diversi luoghi dei campi, suscitando commozione e partecipazione autentica fra tutti gli astanti, partendo dalla Judenrampe, un tronco ferroviario utilizzato come punto di smistamento per le vittime dei rastrellati dai ghetti. Con gli occhi colmi di lacrime Sami Modiano, deportato ad Auschwitz a 13 anni dall’allora italiana isola di Rodi, ha raccontato come è stato brutalmente separato dal padre e dalla sorella, barbaramente uccisi qualche tempo dopo nel campo. Nello stesso luogo Andra Bucci ha raccontato la sua vicenda di bambina, strappata con la sorella Tatjana dalla sua casa di Fiume a soli quattro anni, miracolosamente sopravvissute grazie ad una serie di casi fortuiti. Ad Auschwitz gli studenti hanno avuto modo di approfondire gli eventi in un percorso attraverso corridoi, camere a gas, forni crematori e fili spinati, per poi visitare il pietoso Memoriale del Lager dove sono conservati, in inquietanti e anonimi cumuli, gli oggetti personali strappati via ai prigionieri; un percorso fotografico ricostruisce la storia nel dettaglio dei suoi eventi più significativi. Un momento commemorativo con deposizione di una corona di alloro è stato condiviso di fronte al cosiddetto Muro della Morte.
Dopo il trasferimento ad Amburgo nel giorno seguente, il Viaggio della Memoria è proseguito con la visita alla scuola di Bullenhuser Damm, dove è avvenuto l’eccidio di venti bambini trasportati lì dal lager di Auschwitz, per essere oggetto di esperimenti medici di ineffabile barbarie. Tra le vittime Sergio De Simone, cugino di Andra e Tata Bucci, il quale, contrariamente alle cugine, aveva compiuto la scelta sbagliata alla richiesta delle SS “Chi vuol vedere la mamma, faccia un passo avanti”. Le sorelle Bucci, avvisate da una conoscente della cinica strategia nazista si sono salvate non rispondendo all’invito. Il bambino Sergio viene invece portato via nel giorno del suo compleanno.
Dal sottocampo di Bullenhuser Damm (dove, incredibilmente oggi ha sede un asilo nido che si chiama Sonneshein, raggio di luce), l’ultimo giorno i ragazzi hanno visitato il campo di concentramento di Neungamme, in cui venivano raccolti per lo più prigionieri politici e in cui gli Ebrei presenti erano solo il 12%. Il campo era destinato esclusivamente al lavoro (Arbeitlager), ciononostante ha provocato comunque la morte per fatica, violenza e privazioni, del 50% dei prigionieri presenti.
Ogni sera, dopo cena, studenti, docenti, testimoni e organizzatori sono stati coinvolti in lunghi dibattiti in cui hanno avuto la possibilità di chiarire dubbi esponendo domande e elaborando riflessioni. Alla domanda di un ragazzo che ha chiesto come i sopravvissuti riescano ad accettare alcune opinioni revisioniste o addirittura negazioniste presenti nella società, Sami Modiano ha ribadito: “Io e Lei (Andra Bucci n.d.r.) abbiamo una missione. Andremo avanti”, sottolineando l’importanza del ruolo affettivo ricoperto dalla famiglia che comunque sono riusciti a formare una volta tornati.
Nel corso del viaggio gli studenti si sono dimostrati eccezionalmente motivati e sempre pronti a sostenere un programma quotidiano estremamente serrato e impegnativo, fatto di sveglie all’alba e grandi emozioni in luoghi tragici, resi ancora più impegnativi dall’inclemenza del meteo, incontri collegiali fino a tarda serata e fatica fisica e mentale. Hanno portato a casa un tassello fondamentale nella loro esperienza di crescita con una abnegazione e una consapevolezza che probabilmente essi stessi non credevano di avere. (Prof.ssa Anna Chiara Luzzi)